CHE cos'è il cycloescursionismo secondo sara
(una super mamma)
Escursioni, gite, pedalate. Chiamiamole 'avventure'. Le giornate passate in bicicletta tutti e sette insieme sono delle vere e proprie avventure, ogni volta diverse, piene di nuove emozioni, con lo stesso sapore delle avventure che facevamo da ragazzini, quando si organizzava con gli amici del vicinato una gita nei boschi, si sfidavano le paure e le incertezze, e si andava, semplicemente alla ricerca di sorprese e adrenalina.
Le nostre pedalate del weekend sono un'avventura fin dal mattino, quando ci si alza di corsa, si svegliano i cinque bimbi uno dopo l'altro, si incastrano i minuti e le cose da fare, ci si prepara con l'abbigliamento da bici e si raccoglie tutto l'occorrente per sette persone per una giornata intera fuori casa, si racimolano barrette, cioccolato e frutta secca dalla dispensa, e si mette alla veloce questo ammasso calorico in una sacca preziosa che è vietato dimenticare. Si urla perchè è tardi e si doveva partire prima, o perchè puntualmente qualcuno rovescia la tazza di latte sul pavimento, accidenti, proprio quella mattina; si corre da una stanza all'altra controllando di aver preso tutto e tutti. I più grandi aiutano i più piccoli a mettersi le scarpe, li sgridano, li mettono in riga. E intanto, nell'affanno dei preparativi, si avverte già il sapore dell'avventura che ci aspetta, lo si sente nelle domande dei bimbi, che chiedono dove si andrà, quante salite faremo e per quante ore pedaleremo. E poi finalmente si parte, verso una giornata diversa, che nulla ha a che vedere con la routine della settimana, lontana dai nervosismi dei giorni feriali, una giornata dove le due ruote ci regaleranno ciò che abbiamo aspettato per giorni. Loro non tradiscono mai, non deludono e non mentono.
E si pedala, in modo ritmico, regolare, ma mai monòtono. Non c'è nulla di monòtono nel pedalare, nemmeno nel percorso più piatto che ci sia. Un'escursione in bici non può essere noiosa e spenta, non lo sarà mai: ogni metro, ogni giro di ruota, ti spinge in avanti, dove il paesaggio cambia, la strada è diversa, la meta si avvicina.
Pedalare tutti insieme, come famiglia e come gruppo, raggiungere un traguardo, più o meno impegnativo, avere delle mete, e proporsene sempre di nuove, è un incredibile slancio verso la vita. E così, la nostra avventura si arricchisce di significati profondi, diventa un messaggio forte per noi e per chi ci osserva, diventa la prova che per vivere bene e per essere davvero felici non c'è bisogno di avere tesori o essere perfetti. Si può insegnare ai propri figli che la bicicletta è lo specchio della vita, che a volte si cade, ci si fa un po' male, ma ci si rialza e si continua, più forti di prima. E viene da sorridere a guardarli, così piccoli eppure così forti e decisi in ogni curva, capaci di pedalare con tutte le loro forze persino contro il vento infernale delle nostre vallate. Loro lo chiamano il 'nemico da combattere', hanno imparato a non avere paura e a non tornare indietro, hanno capito che se si vuole si riesce a essere più forti della natura, più forti di tutto ciò che vorrebbe fermarci, bloccarci, buttarci giù. Più forti anche della malattia: si possono percorrere chilometri e dislivelli anche senza avere l'uso delle gambe, semplicemente perchè è la forza di qualcun altro che ci trascina, ci trasporta verso mete altissime; si può osservare il mondo stando seduti per tutta la vita su una sedia a rotelle che si trasforma magicamente in un carrettino snodabile attaccato ad una mountain bike.
E poi si arriva, la gita finisce, si sorride, ci si abbraccia, si esulta. E quando si torna a casa, felici, soddisfatti e vittoriosi, nella tranquillità della sera si ripensa a tutte le ore trascorse insieme sulle selle. Una giornata diversa, uno spazio per noi, che continuamente abbiamo bisogno di farci del bene e volerci bene. Una giornata dove l'escursione in bici diventa molto più che una pedalata, perchè, insieme ai bagagli e alle biciclette, ogni volta portiamo con noi uno zaino pieno di pensieri positivi e di sorrisi, mentre le tristezze le lasciamo a casa..."spiacenti, ma nei carrettini non c'è più posto" ..., nascoste e dimenticate in qualche angolo buio dove non verranno più ritrovate.
Le nostre pedalate del weekend sono un'avventura fin dal mattino, quando ci si alza di corsa, si svegliano i cinque bimbi uno dopo l'altro, si incastrano i minuti e le cose da fare, ci si prepara con l'abbigliamento da bici e si raccoglie tutto l'occorrente per sette persone per una giornata intera fuori casa, si racimolano barrette, cioccolato e frutta secca dalla dispensa, e si mette alla veloce questo ammasso calorico in una sacca preziosa che è vietato dimenticare. Si urla perchè è tardi e si doveva partire prima, o perchè puntualmente qualcuno rovescia la tazza di latte sul pavimento, accidenti, proprio quella mattina; si corre da una stanza all'altra controllando di aver preso tutto e tutti. I più grandi aiutano i più piccoli a mettersi le scarpe, li sgridano, li mettono in riga. E intanto, nell'affanno dei preparativi, si avverte già il sapore dell'avventura che ci aspetta, lo si sente nelle domande dei bimbi, che chiedono dove si andrà, quante salite faremo e per quante ore pedaleremo. E poi finalmente si parte, verso una giornata diversa, che nulla ha a che vedere con la routine della settimana, lontana dai nervosismi dei giorni feriali, una giornata dove le due ruote ci regaleranno ciò che abbiamo aspettato per giorni. Loro non tradiscono mai, non deludono e non mentono.
E si pedala, in modo ritmico, regolare, ma mai monòtono. Non c'è nulla di monòtono nel pedalare, nemmeno nel percorso più piatto che ci sia. Un'escursione in bici non può essere noiosa e spenta, non lo sarà mai: ogni metro, ogni giro di ruota, ti spinge in avanti, dove il paesaggio cambia, la strada è diversa, la meta si avvicina.
Pedalare tutti insieme, come famiglia e come gruppo, raggiungere un traguardo, più o meno impegnativo, avere delle mete, e proporsene sempre di nuove, è un incredibile slancio verso la vita. E così, la nostra avventura si arricchisce di significati profondi, diventa un messaggio forte per noi e per chi ci osserva, diventa la prova che per vivere bene e per essere davvero felici non c'è bisogno di avere tesori o essere perfetti. Si può insegnare ai propri figli che la bicicletta è lo specchio della vita, che a volte si cade, ci si fa un po' male, ma ci si rialza e si continua, più forti di prima. E viene da sorridere a guardarli, così piccoli eppure così forti e decisi in ogni curva, capaci di pedalare con tutte le loro forze persino contro il vento infernale delle nostre vallate. Loro lo chiamano il 'nemico da combattere', hanno imparato a non avere paura e a non tornare indietro, hanno capito che se si vuole si riesce a essere più forti della natura, più forti di tutto ciò che vorrebbe fermarci, bloccarci, buttarci giù. Più forti anche della malattia: si possono percorrere chilometri e dislivelli anche senza avere l'uso delle gambe, semplicemente perchè è la forza di qualcun altro che ci trascina, ci trasporta verso mete altissime; si può osservare il mondo stando seduti per tutta la vita su una sedia a rotelle che si trasforma magicamente in un carrettino snodabile attaccato ad una mountain bike.
E poi si arriva, la gita finisce, si sorride, ci si abbraccia, si esulta. E quando si torna a casa, felici, soddisfatti e vittoriosi, nella tranquillità della sera si ripensa a tutte le ore trascorse insieme sulle selle. Una giornata diversa, uno spazio per noi, che continuamente abbiamo bisogno di farci del bene e volerci bene. Una giornata dove l'escursione in bici diventa molto più che una pedalata, perchè, insieme ai bagagli e alle biciclette, ogni volta portiamo con noi uno zaino pieno di pensieri positivi e di sorrisi, mentre le tristezze le lasciamo a casa..."spiacenti, ma nei carrettini non c'è più posto" ..., nascoste e dimenticate in qualche angolo buio dove non verranno più ritrovate.