Esperienze e senzazioni vissute in gara e raccontate direttamente dal nostrO
"prosatore" ufficiale del team cyclo
PILLOLE DI FINALE - 24H
mAGGIO 2016
che dire?
Non è cosa semplice descrivere uno degli eventi monumento della mountain bike (in senso molto esteso...) internazionale, e mi riferisco alla 24 ore di Finale, da poco conclusa.
Da tempo il pensiero di partecipare mi accarezzava, ma per vari motivi non si è mai concretizzato; poi quest’anno, grazie anche alle discrete insistenze di Ivano “Montessori” che, con il garbo e l’eleganza che lo caratterizzano, mi ha fatto intendere che l’iscrizione era ormai cosa fatta, eccomi qui, nick name “#PA” di coraglie origini (e non vale la pena dilungarsi oltre…) nel team ABDA (nome che rimane per i più ancora avvolto nel mistero, e che non sarò certo io a svelare…).
Disponevamo pure di una secondo nome, “pagamenti aleatori” la cui traduzione in dialetto sabaudo compariva sulle nostre fiammanti maglie (rate voloire), accanto allo sponsor tecnico “FIKT technology” ed altre sciccherie del genere.
La compagine, oltre al sottoscritto e a Capitan Leone, comprendeva Leone junior Luca, Edoardo, Guido, Eric, Marco M e Marco B, oltre ad Andrea, splendido e prezioso compagno d’avventura non praticante per quest’anno. Per la cronaca ricordiamo anche Lello e Yuri, che hanno partecipato con un‘altra squadra, mentre Fabrizio F si è cimentato coraggiosamente nella gara dei “solo”.
Ovviamente l’avventura era stata pianificata fin nei minimi dettagli, nel senso che ci siamo trovati circa venti volte a cena senza decidere mai nulla (se non che si dormiva in tenda, che Edo avrebbe portato il necessario per grigliare e che Eric si sarebbe occupato di generatori e carburanti). L’ultimo incontro ristretto, tra Ivano e il sottoscritto in uno dei peggiori bar di Torino (a confronto quelli di Caracas sono club esclusivi…) che doveva essere l’apoteosi della logistica, si era concluso con l’ennesimo “…ma sì, in qualche modo faremo….”, però a me personalmente è servito moltissimo per imparare le misure degli pneumatici da montare su un furgone Ford fine anni ’90, argomento che Ivano ha generosamente condiviso con me nell’occasione…
A parte quindi qualche piccolo disallineamento, la spedizione era pronta: vettovaglie caricate, tende brande e materassini pure, prolunghe arrotolate, spine inserite, taniche riempite…eppure manca qualcosa…ah sì, le bici, che ormai avevano assunto un’importanza assolutamente secondaria rispetto al capocollo del “maslè” Alberto o all’insalata di riso di Pietro Hi-Energy, e del vino di Sergio (amici che non ringrazieremo mai abbastanza!!!).
All’arrivo nell’area stabilita, dopo aver passato i vari “gate” solo grazie all’innata affabilità di Ivano con le simpatiche hostess, iniziava il penoso scarico di tutto quanto le nostre vetture erano state in grado di portare; mi corre l’obbligo di segnalare la perizia e l’abilità del nostro fagiano Guido nel condurre, soprattutto nelle tecniche discese, la cariola da muratore gentilmente prestata da un colorito gruppo di liguri che già al mattino del venerdì erano chiaramente in coma etilico.
Montaggio quindi della tendopoli, allacciamento abusivo alla rete elettrica, elezione a latrina di un’area boschiva adiacente, e l’avanguardia ABDA, dopo un frugale spuntino a base di pasta al pesto e birra, effettuava una ricognizione del percorso, non senza prima che il nostro capitano si sincerasse dello stato psico-fisico delle hostess e, contemporaneamente, vendesse altre 4 gomme allo sfigatissimo furgone Ford fine anni ’90, che nel frattempo era rimasto fermo alla revisione.
Intanto, tra la serata e la successiva mattinata, l’organico si completava con l’arrivo delle restanti risorse e dopo un breve briefing ed aver definito i turni (di guardia all’accampamento, ovviamente…), iniziava la nostra 24 ore, con una prestazione maiuscola del cinghiale quattrocentometrista Marco M. che con uno scatto da far invidia al fagiano Guido, ci consentiva di partire con Luca in bici nei top ten.
Ma, come spesso accade, il fato non ci è stato amico (forse anche per aver maltrattato un po’ le divinità di ogni ordine e grado durante il montaggio del campo…) e così il nostro “proff”, dopo quel gagliardo esordio a cui dopo Luca avevo dato il mio modesto apporto (macchiato solo dall’essere stato superato da un biker con il mantello di superman – volevo buttare giù la bici da un dirupo ed andare a casa…) prima compie un escursione sul terreno e poi fora, costringendo così il team al primo affannoso recupero.
Visto poi che non poteva essere da meno, il nostro Capitan Montessori, tanto per fare lo sborone, mentre scendeva cautamente e prestando attenzione ad ogni pietra (a suo dire…), pensava bene di bucare (o meglio tagliare) entrambi i copertoni in un colpo solo (ne avesse avuto un terzo avrebbe aperto anche quello…..).
Sempre nel bel mezzo della notte un altro dramma si stava per consumare: smarrimento delle chiavi del catenaccio che vincolava la bici di Eric alla rastrelliera, con conseguente recita delle Beatitudini e di alcuni salmi tipici delle congregazioni benedettine, che Eric frequentava di certo prima di unirsi alla nostra (cattiva) compagnia.
Anche per effetto delle ultime giaculatorie ecco che un altro colpo di sfiga si stava per abbattere su di noi: Marco B, brillante stradista prestato alle ruote grasse, oltre che preparatissimo in campi dove solo pochi emergono (ma magari ne parliamo un’altra volta…), affrontando in ciabatte ed accappatoio la discesa molto tecnica che dalle docce portava sulla strada, si strappava un muscolo, dovendo così abbandonare la competizione.
Per finire, tanto per contraddire Pupo che sosteneva che “su di noi nemmeno una nuvola”, verso il mattino, prima con qualche goccia, poi con tante gocce, si abbattevano acquazzoni a ripetizione che alla fine costringevano l’organizzazione ed anticipare l’arrivo dalle 15 alle 12.
Si può solo immaginare il girone dantesco che era ormai il nostro campo, allagato e infangato, oltre che colpito da ondate di perturbazioni che poco avevano a che fare con il meteo (...sono stato sufficientemente elegante?....); ma anche in quelle condizioni è emerso il carisma del capitano Ivano, che smorzando tutti i tentativi di ammutinamento e le cospirazioni tese a deporlo, ad un certo punto affermava con vigore le testuali parole: SIAMO VENUTI QUI PER FARE IL NOSTRO DOVERE FINO IN FONDO E COSÌ FAREMO, NON ME NE FREGA UN CXXXO DELLA PIOGGIA, DEL FANGO, DEL SONNO, DELLE FORATURE, DEGLI STRAPPI, DELLE FORMICHE, (delle hostess un po’ mi frega…), ANDIAMO AVANTI FINO ALLA FINE” e così ci è toccato riaccendere la brace e terminare di grigliare la carne ancora da cuocere e stappare le birre rimaste….il carisma è carisma!
……..
Alla fine tanto divertimento, un po’ di stanchezza, più per le difficoltà ambientali che per la gara in se stessa, e soddisfazione per una prestazione dignitosa, anche se la classifica è stata davvero l’ultima cosa a cui si pensava.
Soprattutto felici di aver portato a casa bici e ossa intere (in rigoroso ordine di importanza…), visto che, a parte gli scherzi, il percorso, se pur non eccessivamente tecnico, consentiva velocità di tutto rispetto, con qualche rischio (soprattutto di notte…) nei tratti più veloci.
Ma per questo ci piace pensare che quella notte ci fosse qualcuno in più del solito che vegliasse su di noi…
Non è cosa semplice descrivere uno degli eventi monumento della mountain bike (in senso molto esteso...) internazionale, e mi riferisco alla 24 ore di Finale, da poco conclusa.
Da tempo il pensiero di partecipare mi accarezzava, ma per vari motivi non si è mai concretizzato; poi quest’anno, grazie anche alle discrete insistenze di Ivano “Montessori” che, con il garbo e l’eleganza che lo caratterizzano, mi ha fatto intendere che l’iscrizione era ormai cosa fatta, eccomi qui, nick name “#PA” di coraglie origini (e non vale la pena dilungarsi oltre…) nel team ABDA (nome che rimane per i più ancora avvolto nel mistero, e che non sarò certo io a svelare…).
Disponevamo pure di una secondo nome, “pagamenti aleatori” la cui traduzione in dialetto sabaudo compariva sulle nostre fiammanti maglie (rate voloire), accanto allo sponsor tecnico “FIKT technology” ed altre sciccherie del genere.
La compagine, oltre al sottoscritto e a Capitan Leone, comprendeva Leone junior Luca, Edoardo, Guido, Eric, Marco M e Marco B, oltre ad Andrea, splendido e prezioso compagno d’avventura non praticante per quest’anno. Per la cronaca ricordiamo anche Lello e Yuri, che hanno partecipato con un‘altra squadra, mentre Fabrizio F si è cimentato coraggiosamente nella gara dei “solo”.
Ovviamente l’avventura era stata pianificata fin nei minimi dettagli, nel senso che ci siamo trovati circa venti volte a cena senza decidere mai nulla (se non che si dormiva in tenda, che Edo avrebbe portato il necessario per grigliare e che Eric si sarebbe occupato di generatori e carburanti). L’ultimo incontro ristretto, tra Ivano e il sottoscritto in uno dei peggiori bar di Torino (a confronto quelli di Caracas sono club esclusivi…) che doveva essere l’apoteosi della logistica, si era concluso con l’ennesimo “…ma sì, in qualche modo faremo….”, però a me personalmente è servito moltissimo per imparare le misure degli pneumatici da montare su un furgone Ford fine anni ’90, argomento che Ivano ha generosamente condiviso con me nell’occasione…
A parte quindi qualche piccolo disallineamento, la spedizione era pronta: vettovaglie caricate, tende brande e materassini pure, prolunghe arrotolate, spine inserite, taniche riempite…eppure manca qualcosa…ah sì, le bici, che ormai avevano assunto un’importanza assolutamente secondaria rispetto al capocollo del “maslè” Alberto o all’insalata di riso di Pietro Hi-Energy, e del vino di Sergio (amici che non ringrazieremo mai abbastanza!!!).
All’arrivo nell’area stabilita, dopo aver passato i vari “gate” solo grazie all’innata affabilità di Ivano con le simpatiche hostess, iniziava il penoso scarico di tutto quanto le nostre vetture erano state in grado di portare; mi corre l’obbligo di segnalare la perizia e l’abilità del nostro fagiano Guido nel condurre, soprattutto nelle tecniche discese, la cariola da muratore gentilmente prestata da un colorito gruppo di liguri che già al mattino del venerdì erano chiaramente in coma etilico.
Montaggio quindi della tendopoli, allacciamento abusivo alla rete elettrica, elezione a latrina di un’area boschiva adiacente, e l’avanguardia ABDA, dopo un frugale spuntino a base di pasta al pesto e birra, effettuava una ricognizione del percorso, non senza prima che il nostro capitano si sincerasse dello stato psico-fisico delle hostess e, contemporaneamente, vendesse altre 4 gomme allo sfigatissimo furgone Ford fine anni ’90, che nel frattempo era rimasto fermo alla revisione.
Intanto, tra la serata e la successiva mattinata, l’organico si completava con l’arrivo delle restanti risorse e dopo un breve briefing ed aver definito i turni (di guardia all’accampamento, ovviamente…), iniziava la nostra 24 ore, con una prestazione maiuscola del cinghiale quattrocentometrista Marco M. che con uno scatto da far invidia al fagiano Guido, ci consentiva di partire con Luca in bici nei top ten.
Ma, come spesso accade, il fato non ci è stato amico (forse anche per aver maltrattato un po’ le divinità di ogni ordine e grado durante il montaggio del campo…) e così il nostro “proff”, dopo quel gagliardo esordio a cui dopo Luca avevo dato il mio modesto apporto (macchiato solo dall’essere stato superato da un biker con il mantello di superman – volevo buttare giù la bici da un dirupo ed andare a casa…) prima compie un escursione sul terreno e poi fora, costringendo così il team al primo affannoso recupero.
Visto poi che non poteva essere da meno, il nostro Capitan Montessori, tanto per fare lo sborone, mentre scendeva cautamente e prestando attenzione ad ogni pietra (a suo dire…), pensava bene di bucare (o meglio tagliare) entrambi i copertoni in un colpo solo (ne avesse avuto un terzo avrebbe aperto anche quello…..).
Sempre nel bel mezzo della notte un altro dramma si stava per consumare: smarrimento delle chiavi del catenaccio che vincolava la bici di Eric alla rastrelliera, con conseguente recita delle Beatitudini e di alcuni salmi tipici delle congregazioni benedettine, che Eric frequentava di certo prima di unirsi alla nostra (cattiva) compagnia.
Anche per effetto delle ultime giaculatorie ecco che un altro colpo di sfiga si stava per abbattere su di noi: Marco B, brillante stradista prestato alle ruote grasse, oltre che preparatissimo in campi dove solo pochi emergono (ma magari ne parliamo un’altra volta…), affrontando in ciabatte ed accappatoio la discesa molto tecnica che dalle docce portava sulla strada, si strappava un muscolo, dovendo così abbandonare la competizione.
Per finire, tanto per contraddire Pupo che sosteneva che “su di noi nemmeno una nuvola”, verso il mattino, prima con qualche goccia, poi con tante gocce, si abbattevano acquazzoni a ripetizione che alla fine costringevano l’organizzazione ed anticipare l’arrivo dalle 15 alle 12.
Si può solo immaginare il girone dantesco che era ormai il nostro campo, allagato e infangato, oltre che colpito da ondate di perturbazioni che poco avevano a che fare con il meteo (...sono stato sufficientemente elegante?....); ma anche in quelle condizioni è emerso il carisma del capitano Ivano, che smorzando tutti i tentativi di ammutinamento e le cospirazioni tese a deporlo, ad un certo punto affermava con vigore le testuali parole: SIAMO VENUTI QUI PER FARE IL NOSTRO DOVERE FINO IN FONDO E COSÌ FAREMO, NON ME NE FREGA UN CXXXO DELLA PIOGGIA, DEL FANGO, DEL SONNO, DELLE FORATURE, DEGLI STRAPPI, DELLE FORMICHE, (delle hostess un po’ mi frega…), ANDIAMO AVANTI FINO ALLA FINE” e così ci è toccato riaccendere la brace e terminare di grigliare la carne ancora da cuocere e stappare le birre rimaste….il carisma è carisma!
……..
Alla fine tanto divertimento, un po’ di stanchezza, più per le difficoltà ambientali che per la gara in se stessa, e soddisfazione per una prestazione dignitosa, anche se la classifica è stata davvero l’ultima cosa a cui si pensava.
Soprattutto felici di aver portato a casa bici e ossa intere (in rigoroso ordine di importanza…), visto che, a parte gli scherzi, il percorso, se pur non eccessivamente tecnico, consentiva velocità di tutto rispetto, con qualche rischio (soprattutto di notte…) nei tratti più veloci.
Ma per questo ci piace pensare che quella notte ci fosse qualcuno in più del solito che vegliasse su di noi…
PILLOLE DI alassio
marzo 2016
“…ci sei domenica?”
“…no, domenica non riesco…”
“…ci sei anche tu alla notturna?”
“…ehm, no, domani sera ho quella riunione…”
“…allora domattina sei dei nostri?”
“domani no, ho le diapositive della nuora del vicino che è stata in vacanza a Gallarate…”
“domenica prossima gran giro sulla neve, mica mancherai?”
“…lascia stare, non riesco a muovermi, probabilmente mi amputeranno la gamba…”
“…ti sei iscritto alla gara su strada?”
“…volevo, ma proprio quel giorno c’è il ballo dei Zanzoni…”
“…cross country a Laigueglia?
“…domenica abbiamo l’arrosto con la Rostese (il famoso arrostese)… poi non sono allenato”
“…ma alla coppa Piemonte ci sei, no?...
“…non so, forse ci sono i Subsonica”
“…minc… nove concerti???
“…eh sì, ho promesso che li avrei aiutati a smontare il palco…”
…e poi, come per magia o per un errore di Maurizio (neo fattorista Kappa per la mtb), il suo nome capita per caso sul fattore K della gran fondo del Muretto di Alassio…
“ah, bene, allora ci sei!!!”
“sì, ma farò il turista, e poi non sono allenato, e poi partirò dalla Gallinara tanto avrò un numero alto, e poi ho male al ginocchio - alla schiena - alla caviglia - alla cervicale - al polso - all’orecchio, e poi non sono allenato (reloaded), e poi ho la pancia,e poi non ho la forcella, e poi ho dovuto studiare, e poi non trovo la bici, e poi non sono allenato (l’avevo già detto?), e poi non ricordo se ho ancora la divisa di Cyclo, e poi non ho cenato da D’Angi…”
….e venne domenica: pronti via e dopo poco eccolo ripigliare tutti i nero fucsia (senza manco salutarli), spianare le salite, galleggiare sulle mulattiere, volare nelle discese, aprire i single track come Mosè (…non tu, Mosè Necchio, megalomane!) con il mar Rosso, prendersi il lusso di bucare e rigonfiare, e tornare ad Alassio dopo 2 ore e 22 minuti!!!!....e meno male che non era allenato, che non aveva la forcella ecc….che sia caduto da piccolo in qualche pozione magica come Obelix???
Comunque sia….BENTORNATO PRESY Roberto Vacchina!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
“…no, domenica non riesco…”
“…ci sei anche tu alla notturna?”
“…ehm, no, domani sera ho quella riunione…”
“…allora domattina sei dei nostri?”
“domani no, ho le diapositive della nuora del vicino che è stata in vacanza a Gallarate…”
“domenica prossima gran giro sulla neve, mica mancherai?”
“…lascia stare, non riesco a muovermi, probabilmente mi amputeranno la gamba…”
“…ti sei iscritto alla gara su strada?”
“…volevo, ma proprio quel giorno c’è il ballo dei Zanzoni…”
“…cross country a Laigueglia?
“…domenica abbiamo l’arrosto con la Rostese (il famoso arrostese)… poi non sono allenato”
“…ma alla coppa Piemonte ci sei, no?...
“…non so, forse ci sono i Subsonica”
“…minc… nove concerti???
“…eh sì, ho promesso che li avrei aiutati a smontare il palco…”
…e poi, come per magia o per un errore di Maurizio (neo fattorista Kappa per la mtb), il suo nome capita per caso sul fattore K della gran fondo del Muretto di Alassio…
“ah, bene, allora ci sei!!!”
“sì, ma farò il turista, e poi non sono allenato, e poi partirò dalla Gallinara tanto avrò un numero alto, e poi ho male al ginocchio - alla schiena - alla caviglia - alla cervicale - al polso - all’orecchio, e poi non sono allenato (reloaded), e poi ho la pancia,e poi non ho la forcella, e poi ho dovuto studiare, e poi non trovo la bici, e poi non sono allenato (l’avevo già detto?), e poi non ricordo se ho ancora la divisa di Cyclo, e poi non ho cenato da D’Angi…”
….e venne domenica: pronti via e dopo poco eccolo ripigliare tutti i nero fucsia (senza manco salutarli), spianare le salite, galleggiare sulle mulattiere, volare nelle discese, aprire i single track come Mosè (…non tu, Mosè Necchio, megalomane!) con il mar Rosso, prendersi il lusso di bucare e rigonfiare, e tornare ad Alassio dopo 2 ore e 22 minuti!!!!....e meno male che non era allenato, che non aveva la forcella ecc….che sia caduto da piccolo in qualche pozione magica come Obelix???
Comunque sia….BENTORNATO PRESY Roberto Vacchina!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
PILLOLE DI COGNE
AGOSTO 2015
Dopo l’entusiasmante esperienza dello scorso anno alla Gran Paradiso Bike, l’obiettivo fissato già alla fine dell’edizione 2014 era quello di portare il maggior numero di compagni di squadra e accompagnatori vari all’edizione 2015. Direi che posso ritenermi soddisfatto, visto che chiudiamo l’esperienza con 5 iscritti (quasi 6, se il periodo di ferie non avesse trattenuto a quote più basse il president, che comunque ha onorato la prova ufficiale di inizio mese…) e un tot di accompagnatori che ha colorato di fucsia Cogne per tutto il week end, allungato dal venerdì per qualcuno e al lunedì per qualcun altro.
Gara bellissima, direi più dura dello scorso anno e un tantino più tecnica, ma sempre pedalabile, tranne alcuni tratti dove i tanti partecipanti hanno creato qualche rallentamento e l’inevitabile piede a terra. L’esito penso sia stato soddisfacente per tutti, dal semi-pro Stefano (runner con l’hobby della mtb…!), al vice semi pro Simone (biker esibizionista, ama girare in mutande nel dopo gara...) fino agli onesti pedalatori che con me hanno condiviso una posizione comunque onorevole, tenuto anche conto delle primavere….
Ma la vera battaglia non è stata quella consumata sul percorso, bensì quella che dal venerdì al sabato ha visto sfidarsi senza esclusione di colpi Maurizio, Francesco ed il sottoscritto.
Ma andiamo con ordine.
Inizia le ostilità Maurizio, fingendo fin dal venerdì di avere la gomma posteriore bucata (per darmi l’illusione di una sua probabile débâcle, vista anche l’assenza di un negozio di bici a Cogne e la probabile defezione di Stefano….ma di questo parleremo più avanti….) e costringendomi a rabastarmi dietro, per la prima ricognizione del percorso, una bomboletta di “gonfia e ripara” che ovviamente non abbiamo usato, considerato che la gomma, rigonfiata, non ha avuto, guarda caso, alcun problema…
Rispondo a questa aggressione mentendo spudoratamente sull’effettiva lunghezza delle salite e la relativa pendenza, ma Maurizio pare non accusare il colpo, anzi, nelle rampe più dure mi supera sbadigliandomi in faccia (espressione non mia, grazie Andrea….).
A pranzo, appena terminata la ricognizione, l’iniziativa torna a lui, ordina 2 birre medie nonostante io avessi optato per la misura inferiore (più che altro per decenza, non perché non gradita…), e affonda il colpo con panino fontina e mocetta, che riesco solo ad arginare preferendo lardo e miele.
Al termine, la prima preoccupazione è stata la scelta del posto per la cena, lo invito ad andare a visitare un locale consigliato nel paese più in basso, sperando che la fontina facesse il suo lavoro nella risalita a Cogne, ma l’infame esce a testa alta anche da questa prova.
La cena si è mantenuta in parità: zuppa di Cogne per me e zuppa di qualche altra cosa per lui, secondi e dolci per entrambi fino ad un sostanziale equilibrio.
Andiamo a letto non prima di aver ricoverato e lucchettato le bici, non tanto per il timore di un furto, quanto per la comune paura di reciproche manomissioni (ah, per la cronaca la sua gomma era sempre gonfia…).
Sabato mattina: si inserisce nella lotta anche Francesco, arrivando a sorpresa con 2 bici (noi di doppio avevamo a malapena gli attributi…), e chiaramente scaricando il muletto per la seconda ricognizione, preservando così la bici da gara da eventuali nostri “interventi”. Da registrare anche un repentino cambio di Ostello da parte di Francesco e family, ovviamente già pianificato, per poter cenare in solitaria e così fuggire le tentazioni già da noi pensate per colpirlo nel suo punto debole (la cena pre-gara…).
Comunque assumo l’iniziativa proponendo di affrontare subito la salita dura, mentendo anche stavolta sulle caratteristiche del percorso e sfoderando una serie di “dai che lì spiana” (che piacciono tanto a Guido…), anche fingendo di non faticare nei tratti più impegnativi, inducendoli così a pensare che fossi in uno stato di forma abbondantemente smagliante.
Ma il mio vero colpo di genio è stato quello di far fare a loro rifornimento d’acqua ad una fonte dalla quale avevo staccato in precedenza la targhetta “acqua non potabile – solo per uso agricolo”, mettendomi anche d’accordo con 3 insospettabili anziane signore che, in cambio della promessa di una serata di "musica e magia" (per la spiegazione scrivetemi in privato…) con Sergio Falabrak, hanno finto di bere anche loro dalla miracolosa fonte.
A pranzo Francesco accampa la scusa che aveva il pasto compreso e così si eclissa, io rimango imprigionato nella morsa di Nadia e Maurizio che impongono - ogni eccezione rimossa – pizza e birra (ben 2 morettone….), ben sapendo della mia arrendevolezza alle lusinghe del “baffo”.
Nel pomeriggio Maurizio cala il suo asso e mi convoca in direzione gara alle 15, impedendomi il pur minimo riposino, approfittando anche del cambio di hotel per il mio pernottamento (più in quota, anche per questioni di ossigenazione…). Ufficialmente dovevamo inventarci una magia per consentire a Stefano di partecipare alla gara, visto che non avevamo osservato alcuni aspetti burocratici per l’iscrizione, ma son sicuro che è stata tutta una montatura di Maurizio per impedirmi l’agognata siesta, tant’è che la questione di Stefano viene brillantemente risolta in nemmeno 2 ore, assicurandoci, tra l’altro, un vitalizio di riparazioni e assistenza che faranno rizzare i capelli al buon “dutur” Andrea (…la frase non mi suona bene, ma non capisco perché…!).
Tanto per festeggiare, vista anche la comparsa (ma solo nel tardo pomeriggio…) di Francesco, la proposta è inevitabilmente quella di andar a bere qualcosa. Senza autorizzazione alcuna da parte mia partono le ordinazioni e mi ritrovo una birra rossa da 33, mentre Francesco si salva in corner con un’acqua brillante; di solito, di fronte ad una birra artigianale, per di più valdostana, le richieste di assaggiare si sprecano: stavolta nemmeno Doc (cane ammaestrato di Nadia e Maurizio) ha voluto saperne, nonostante mangi e beva ogni cosa che gli capiti a tiro….e non dovrei pensare male poi?
Siamo alla cena del sabato: girano voci su di una probabile polenta e spezzatino nell’albergo di Francesco, che allenta un po’ la preoccupazione mia e di Maurizio, ma immediatamente arriva la smentita dalla PR della famiglia Milan, che in un comunicato afferma di aver espressamente richiesto pasta in bianco per Francesco.
Da parte mia riesco a convincere Nadia e Maurizio a cenare nel nostro albergo (rimando alle pillole dello scorso anno a questo proposito...), per poter affrontare l’impegno almeno con il conforto di giocare in casa. Convinco Maurizio a mangiare antipastino, pasta al ragù di selvaggina, carbonada (sorta di spezzatino cotto nel vino e aromatizzato), polenta concia, carote, patate e dolce, il tutto annaffiato da abbondante vino, ma non riesco ad esimermi dallo stesso menu, quindi direi una sostanziale parità anche in questo caso.
Siamo finalmente alla mattina della gara: guarda caso Maurizio arriva favoleggiando sulla sua gomma posteriore a terra (sempre lei, ricordate?...) e utilizzando una piccola parte del suo credito per obbligare Stefano ad un intervento in zona Cesarini sull'ormai famosa gomma posteriore. Nel frattempo denuncio un attacco batteriologico nel mio albergo che (buon per me, un po’ meno per lei) colpisce mia sorella al posto mio e la obbliga ad assistere alla gara dalla branda del camper di Stefano… Testimoni giurano di aver visto, subito dopo la cena, un’ombra aggirarsi nei pressi del mio hotel, subito fuggita su di una Marea sw grigia con una cane alla guida….
Alla fine, dopo un pregara così complicato, finalmente si parte, e nonostante tutto quanto raccontato finiamo la gara praticamente insieme, pareggiando così birre e paste in bianco, forature e virus, polente e fontane, riproponendoci di esserci anche il prossimo anno, magari incrementando il fucsia….e la polenta!!!!!
Gara bellissima, direi più dura dello scorso anno e un tantino più tecnica, ma sempre pedalabile, tranne alcuni tratti dove i tanti partecipanti hanno creato qualche rallentamento e l’inevitabile piede a terra. L’esito penso sia stato soddisfacente per tutti, dal semi-pro Stefano (runner con l’hobby della mtb…!), al vice semi pro Simone (biker esibizionista, ama girare in mutande nel dopo gara...) fino agli onesti pedalatori che con me hanno condiviso una posizione comunque onorevole, tenuto anche conto delle primavere….
Ma la vera battaglia non è stata quella consumata sul percorso, bensì quella che dal venerdì al sabato ha visto sfidarsi senza esclusione di colpi Maurizio, Francesco ed il sottoscritto.
Ma andiamo con ordine.
Inizia le ostilità Maurizio, fingendo fin dal venerdì di avere la gomma posteriore bucata (per darmi l’illusione di una sua probabile débâcle, vista anche l’assenza di un negozio di bici a Cogne e la probabile defezione di Stefano….ma di questo parleremo più avanti….) e costringendomi a rabastarmi dietro, per la prima ricognizione del percorso, una bomboletta di “gonfia e ripara” che ovviamente non abbiamo usato, considerato che la gomma, rigonfiata, non ha avuto, guarda caso, alcun problema…
Rispondo a questa aggressione mentendo spudoratamente sull’effettiva lunghezza delle salite e la relativa pendenza, ma Maurizio pare non accusare il colpo, anzi, nelle rampe più dure mi supera sbadigliandomi in faccia (espressione non mia, grazie Andrea….).
A pranzo, appena terminata la ricognizione, l’iniziativa torna a lui, ordina 2 birre medie nonostante io avessi optato per la misura inferiore (più che altro per decenza, non perché non gradita…), e affonda il colpo con panino fontina e mocetta, che riesco solo ad arginare preferendo lardo e miele.
Al termine, la prima preoccupazione è stata la scelta del posto per la cena, lo invito ad andare a visitare un locale consigliato nel paese più in basso, sperando che la fontina facesse il suo lavoro nella risalita a Cogne, ma l’infame esce a testa alta anche da questa prova.
La cena si è mantenuta in parità: zuppa di Cogne per me e zuppa di qualche altra cosa per lui, secondi e dolci per entrambi fino ad un sostanziale equilibrio.
Andiamo a letto non prima di aver ricoverato e lucchettato le bici, non tanto per il timore di un furto, quanto per la comune paura di reciproche manomissioni (ah, per la cronaca la sua gomma era sempre gonfia…).
Sabato mattina: si inserisce nella lotta anche Francesco, arrivando a sorpresa con 2 bici (noi di doppio avevamo a malapena gli attributi…), e chiaramente scaricando il muletto per la seconda ricognizione, preservando così la bici da gara da eventuali nostri “interventi”. Da registrare anche un repentino cambio di Ostello da parte di Francesco e family, ovviamente già pianificato, per poter cenare in solitaria e così fuggire le tentazioni già da noi pensate per colpirlo nel suo punto debole (la cena pre-gara…).
Comunque assumo l’iniziativa proponendo di affrontare subito la salita dura, mentendo anche stavolta sulle caratteristiche del percorso e sfoderando una serie di “dai che lì spiana” (che piacciono tanto a Guido…), anche fingendo di non faticare nei tratti più impegnativi, inducendoli così a pensare che fossi in uno stato di forma abbondantemente smagliante.
Ma il mio vero colpo di genio è stato quello di far fare a loro rifornimento d’acqua ad una fonte dalla quale avevo staccato in precedenza la targhetta “acqua non potabile – solo per uso agricolo”, mettendomi anche d’accordo con 3 insospettabili anziane signore che, in cambio della promessa di una serata di "musica e magia" (per la spiegazione scrivetemi in privato…) con Sergio Falabrak, hanno finto di bere anche loro dalla miracolosa fonte.
A pranzo Francesco accampa la scusa che aveva il pasto compreso e così si eclissa, io rimango imprigionato nella morsa di Nadia e Maurizio che impongono - ogni eccezione rimossa – pizza e birra (ben 2 morettone….), ben sapendo della mia arrendevolezza alle lusinghe del “baffo”.
Nel pomeriggio Maurizio cala il suo asso e mi convoca in direzione gara alle 15, impedendomi il pur minimo riposino, approfittando anche del cambio di hotel per il mio pernottamento (più in quota, anche per questioni di ossigenazione…). Ufficialmente dovevamo inventarci una magia per consentire a Stefano di partecipare alla gara, visto che non avevamo osservato alcuni aspetti burocratici per l’iscrizione, ma son sicuro che è stata tutta una montatura di Maurizio per impedirmi l’agognata siesta, tant’è che la questione di Stefano viene brillantemente risolta in nemmeno 2 ore, assicurandoci, tra l’altro, un vitalizio di riparazioni e assistenza che faranno rizzare i capelli al buon “dutur” Andrea (…la frase non mi suona bene, ma non capisco perché…!).
Tanto per festeggiare, vista anche la comparsa (ma solo nel tardo pomeriggio…) di Francesco, la proposta è inevitabilmente quella di andar a bere qualcosa. Senza autorizzazione alcuna da parte mia partono le ordinazioni e mi ritrovo una birra rossa da 33, mentre Francesco si salva in corner con un’acqua brillante; di solito, di fronte ad una birra artigianale, per di più valdostana, le richieste di assaggiare si sprecano: stavolta nemmeno Doc (cane ammaestrato di Nadia e Maurizio) ha voluto saperne, nonostante mangi e beva ogni cosa che gli capiti a tiro….e non dovrei pensare male poi?
Siamo alla cena del sabato: girano voci su di una probabile polenta e spezzatino nell’albergo di Francesco, che allenta un po’ la preoccupazione mia e di Maurizio, ma immediatamente arriva la smentita dalla PR della famiglia Milan, che in un comunicato afferma di aver espressamente richiesto pasta in bianco per Francesco.
Da parte mia riesco a convincere Nadia e Maurizio a cenare nel nostro albergo (rimando alle pillole dello scorso anno a questo proposito...), per poter affrontare l’impegno almeno con il conforto di giocare in casa. Convinco Maurizio a mangiare antipastino, pasta al ragù di selvaggina, carbonada (sorta di spezzatino cotto nel vino e aromatizzato), polenta concia, carote, patate e dolce, il tutto annaffiato da abbondante vino, ma non riesco ad esimermi dallo stesso menu, quindi direi una sostanziale parità anche in questo caso.
Siamo finalmente alla mattina della gara: guarda caso Maurizio arriva favoleggiando sulla sua gomma posteriore a terra (sempre lei, ricordate?...) e utilizzando una piccola parte del suo credito per obbligare Stefano ad un intervento in zona Cesarini sull'ormai famosa gomma posteriore. Nel frattempo denuncio un attacco batteriologico nel mio albergo che (buon per me, un po’ meno per lei) colpisce mia sorella al posto mio e la obbliga ad assistere alla gara dalla branda del camper di Stefano… Testimoni giurano di aver visto, subito dopo la cena, un’ombra aggirarsi nei pressi del mio hotel, subito fuggita su di una Marea sw grigia con una cane alla guida….
Alla fine, dopo un pregara così complicato, finalmente si parte, e nonostante tutto quanto raccontato finiamo la gara praticamente insieme, pareggiando così birre e paste in bianco, forature e virus, polente e fontane, riproponendoci di esserci anche il prossimo anno, magari incrementando il fucsia….e la polenta!!!!!
PILLOLE DI ALASSIO
MARZO 2015
La Granfondo su strada di Alassio è storicamente (…storicamente si fa per dire, dallo scorso anno sarebbe più corretto…) l’evento agonistico che fonde due delle tre anime di Cyclo, la “mtb” e la “bdc” (la terza anima, la “sc” - Sergio Coraglia - non siamo ancora riusciti a coinvolgerla in queste manifestazioni, ma c’è allo studio un piano in tal senso, ispirato anche da una partecipazione di eccezione di cui si parlerà ampiamente più avanti…).
In questa occasione tutti in sella alle specialissime, tutti belli puliti, depilati (quasi tutti…), pettinati (quasi tutti, spesso per motivi indipendenti dalla propria volontà…), con le bici luccicanti (tranne la mia, ormai “mtb inside”) chiuse dentro alle sacche, incartate come porcellane e protette da metri e metri di "pluriball".
Per i più l’arrivo in riviera nella mattina di sabato, chi con famiglia e prole al seguito, chi alla ricerca di famiglia (un po’ meno di prole…), chi alla ricerca di un parcheggio, tutti comunque connessi tramite la madre di tutte le chat, il gruppo WhatsApp degli stradisti, che in tempo reale informava i partecipanti su meteo, temperatura, stato delle strade, temperatura dell’asfalto, altezza del manto nevoso, eventuale presenza di meduse e andamento delle vendite di focaccia del panificio “da Ugo”, il tutto con aggiornamenti ogni 90 secondi…
In genere, dopo la sistemazione in casa o albergo, un giretto in bici più per avere la coscienza a posto che per effettiva utilità (escluso Renato ovviamente...) ed un frugale pranzo, non c’è mai un gran da fare, eppure per una stranissima anomalia spazio-temporale, tutte le attività si dilatano.
Il ritiro del pacco gara, operazione da 3 minuti netti, compreso ritiro del chip e consultazione dell’elenco iscritti, impegna dalle 2 alle 3 ore, tra l’altro quest’anno pure complicato dall’interpretazione del capo di abbigliamento compreso appunto nel pacco: intimo con tasche? Tasche con intimo? Baby doll con cerniera? Taglia unica? E altre 1000 domande…
Ma l’operazione decisamente più ostica, generalmente gestita, vista la delicatezza, in prima persona dal presidente, è stabilire l’ora della foto del mattino dopo, pur consapevoli che mai si riuscirà ad essere al completo e, soprattutto, vestiti alla stessa maniera; dopo trattative e mediazioni da far apparire la diatriba tra Grecia e UE una questione da condominio, si raggiunge un fragile accordo circa ora e luogo per l’agognata fotografia.
Altro aspetto di elevata criticità è la conta per la tradizionale cena da D’Angi: per motivi diversi (e tutti validissimi…) storicamente (vedi nota precedente…) fino a 5 minuti prima dell’ingresso nel ristorante il numero dei commensali è rigorosamente indefinito, ma la fortuna che accompagna i grandi presidenti perequa sempre aggiunte e defezioni, per buona pace di ristoratori ed avventori.
Dopo una piacevolissima cena, (e, per qualcuno, un goloso quanto generoso dopo cena….), tutti a nanna, chi con l’incubo del vento, chi della foto, chi dell’ingresso in griglia, chi della griglia in genere (carne o pesce?...); altro dubbio da risolvere vestiario e scorte alimentari al seguito: barrette, gel, marmellate, parmigiano, prosciutto, melanzane, arrosticini, a seconda delle abitudini personali…poi il sonno prende il sopravvento ed arriva finalmente l’ora della sveglia.
Superata brillantemente la prima asperità della giornata, la foto, tutti in griglia in attesa dello start ufficiale, e qui la visione: tra ciclisti con tatuaggi arditi, piercing improbabili, tinte fluo e sopracciglia modellate, appare lui, in sandali, braje “alla scagasa” (forse solo il nostro Mauro senior poteva competere nella specialità…), zainetto tipo contenitore del phon, maglietta di cotone svolazzante a metà schiena, felpa con cappuccio modello “black block” (poi riposta nello zainetto), intimo superiore inesistente, inferiore “black mutand”, no calzino, no guanti, cardio manco a parlarne (lo strumento più evoluto era uno swatch, rigorosamente falso). Gli sguardi si incrociano, qualcuno ride, i più prudenti sorridono solo, sentendo puzza di bruciato, visto il telaio in titanio… Gli eroi nero/fucsia invece, pensano tutti la stessa cosa, anzi, la stessa persona, la nostra risposta all’anarchico ciclista, l’anticonformista per eccellenza, l’unico che si è tagliato le sopracciglia ma solo per trapiantarle nella schiena, il tratto di unione tra l’homo sapiens ed il cinghiale: Sergio!!! Così abbiamo immaginato il nostro eroe in griglia con noi… ma intanto la gara partiva e spazzava via tutte le fantasie.
A questo punto, ognuno con il proprio passo, talvolta incrociandoci ed incoraggiandoci a vicenda, percorrendo qualche tratto insieme, scambiando anche qualche battuta quando il fiato lo permetteva, abbiamo percorso la distanza prevista senza grossi problemi, sempre sotto la vigile e rassicurante presenza dell’ammiraglia con i nostri angeli custodi: anche chi, come me, non ha avuto problemi tecnici, ha sicuramente apprezzato davvero tanto questa presenza, e anche solo il rapido “tutto ok?” era un’iniezione di watt da spendere sui pedali…GRAZIE!!!!
Così, uno dopo l’altro, i 22 cinghiali sono giunti al traguardo di Madonna della Guardia, incoraggiati anche dal tifo dei sostenitori e di chi era già arrivato, sull’ultima salita.
Il resto da copione, docce, pasta party e, per qualcuno, tra cui i miei jeans (vero Mauro junior???...), una meritata birra sul lungomare.
Obiettivo per il prossimo anno è salire sul podio nella classifica delle società con più atleti al traguardo, quest’anno solo sfiorato a causa di qualche defezione, per altro più che giustificata: siamo sicuri che, se questo è il buongiorno, quest’anno riserverà grandi soddisfazioni ai nostri colori, e ovviamente non ci si riferisce ai soli risultati sportivi, ma a tutte le iniziative che ci vedono sempre sul podio dell’entusiasmo!
p.s.: il tipo con i sandali mi è stato davanti almeno per due terzi di gara, e, con un po’ di vergogna, ammetto di essergli stato a ruota per qualche centinaio di metri, godendomi però le facce dei ciclisti che superavamo, tra l’incredulo ed il disperato… Poi, fortunatamente per la mia autostima, sono riuscito a staccarlo per rivederlo solo all’arrivo, anche se un po’ in affanno…. Anche questo, come altri, è un motivo di riflessione…
In questa occasione tutti in sella alle specialissime, tutti belli puliti, depilati (quasi tutti…), pettinati (quasi tutti, spesso per motivi indipendenti dalla propria volontà…), con le bici luccicanti (tranne la mia, ormai “mtb inside”) chiuse dentro alle sacche, incartate come porcellane e protette da metri e metri di "pluriball".
Per i più l’arrivo in riviera nella mattina di sabato, chi con famiglia e prole al seguito, chi alla ricerca di famiglia (un po’ meno di prole…), chi alla ricerca di un parcheggio, tutti comunque connessi tramite la madre di tutte le chat, il gruppo WhatsApp degli stradisti, che in tempo reale informava i partecipanti su meteo, temperatura, stato delle strade, temperatura dell’asfalto, altezza del manto nevoso, eventuale presenza di meduse e andamento delle vendite di focaccia del panificio “da Ugo”, il tutto con aggiornamenti ogni 90 secondi…
In genere, dopo la sistemazione in casa o albergo, un giretto in bici più per avere la coscienza a posto che per effettiva utilità (escluso Renato ovviamente...) ed un frugale pranzo, non c’è mai un gran da fare, eppure per una stranissima anomalia spazio-temporale, tutte le attività si dilatano.
Il ritiro del pacco gara, operazione da 3 minuti netti, compreso ritiro del chip e consultazione dell’elenco iscritti, impegna dalle 2 alle 3 ore, tra l’altro quest’anno pure complicato dall’interpretazione del capo di abbigliamento compreso appunto nel pacco: intimo con tasche? Tasche con intimo? Baby doll con cerniera? Taglia unica? E altre 1000 domande…
Ma l’operazione decisamente più ostica, generalmente gestita, vista la delicatezza, in prima persona dal presidente, è stabilire l’ora della foto del mattino dopo, pur consapevoli che mai si riuscirà ad essere al completo e, soprattutto, vestiti alla stessa maniera; dopo trattative e mediazioni da far apparire la diatriba tra Grecia e UE una questione da condominio, si raggiunge un fragile accordo circa ora e luogo per l’agognata fotografia.
Altro aspetto di elevata criticità è la conta per la tradizionale cena da D’Angi: per motivi diversi (e tutti validissimi…) storicamente (vedi nota precedente…) fino a 5 minuti prima dell’ingresso nel ristorante il numero dei commensali è rigorosamente indefinito, ma la fortuna che accompagna i grandi presidenti perequa sempre aggiunte e defezioni, per buona pace di ristoratori ed avventori.
Dopo una piacevolissima cena, (e, per qualcuno, un goloso quanto generoso dopo cena….), tutti a nanna, chi con l’incubo del vento, chi della foto, chi dell’ingresso in griglia, chi della griglia in genere (carne o pesce?...); altro dubbio da risolvere vestiario e scorte alimentari al seguito: barrette, gel, marmellate, parmigiano, prosciutto, melanzane, arrosticini, a seconda delle abitudini personali…poi il sonno prende il sopravvento ed arriva finalmente l’ora della sveglia.
Superata brillantemente la prima asperità della giornata, la foto, tutti in griglia in attesa dello start ufficiale, e qui la visione: tra ciclisti con tatuaggi arditi, piercing improbabili, tinte fluo e sopracciglia modellate, appare lui, in sandali, braje “alla scagasa” (forse solo il nostro Mauro senior poteva competere nella specialità…), zainetto tipo contenitore del phon, maglietta di cotone svolazzante a metà schiena, felpa con cappuccio modello “black block” (poi riposta nello zainetto), intimo superiore inesistente, inferiore “black mutand”, no calzino, no guanti, cardio manco a parlarne (lo strumento più evoluto era uno swatch, rigorosamente falso). Gli sguardi si incrociano, qualcuno ride, i più prudenti sorridono solo, sentendo puzza di bruciato, visto il telaio in titanio… Gli eroi nero/fucsia invece, pensano tutti la stessa cosa, anzi, la stessa persona, la nostra risposta all’anarchico ciclista, l’anticonformista per eccellenza, l’unico che si è tagliato le sopracciglia ma solo per trapiantarle nella schiena, il tratto di unione tra l’homo sapiens ed il cinghiale: Sergio!!! Così abbiamo immaginato il nostro eroe in griglia con noi… ma intanto la gara partiva e spazzava via tutte le fantasie.
A questo punto, ognuno con il proprio passo, talvolta incrociandoci ed incoraggiandoci a vicenda, percorrendo qualche tratto insieme, scambiando anche qualche battuta quando il fiato lo permetteva, abbiamo percorso la distanza prevista senza grossi problemi, sempre sotto la vigile e rassicurante presenza dell’ammiraglia con i nostri angeli custodi: anche chi, come me, non ha avuto problemi tecnici, ha sicuramente apprezzato davvero tanto questa presenza, e anche solo il rapido “tutto ok?” era un’iniezione di watt da spendere sui pedali…GRAZIE!!!!
Così, uno dopo l’altro, i 22 cinghiali sono giunti al traguardo di Madonna della Guardia, incoraggiati anche dal tifo dei sostenitori e di chi era già arrivato, sull’ultima salita.
Il resto da copione, docce, pasta party e, per qualcuno, tra cui i miei jeans (vero Mauro junior???...), una meritata birra sul lungomare.
Obiettivo per il prossimo anno è salire sul podio nella classifica delle società con più atleti al traguardo, quest’anno solo sfiorato a causa di qualche defezione, per altro più che giustificata: siamo sicuri che, se questo è il buongiorno, quest’anno riserverà grandi soddisfazioni ai nostri colori, e ovviamente non ci si riferisce ai soli risultati sportivi, ma a tutte le iniziative che ci vedono sempre sul podio dell’entusiasmo!
p.s.: il tipo con i sandali mi è stato davanti almeno per due terzi di gara, e, con un po’ di vergogna, ammetto di essergli stato a ruota per qualche centinaio di metri, godendomi però le facce dei ciclisti che superavamo, tra l’incredulo ed il disperato… Poi, fortunatamente per la mia autostima, sono riuscito a staccarlo per rivederlo solo all’arrivo, anche se un po’ in affanno…. Anche questo, come altri, è un motivo di riflessione…
PILLOLE DI FINE STAGIONE
15 OTTOBRE
E anche quest’anno volge al termine: è stata sicuramente un’annata davvero lunga dal punto di vista agonistico, iniziata al 2 di febbraio con la gara XC della Pellerina (dove non guasta ricordare la vittoria ASSOLUTA del nostro pluridecorato President, a cui ho contribuito in maniera semplice ma determinante, in altre parole sono andato a svegliarlo, lavarlo, vestirlo, dargli colazione e tutte le altre porcate che si mette sulle gambe fin della sera prima… - opss…non dovevo dirlo??? – metterlo sulla bici e portarlo alla partenza…), poi le gare in Liguria, sia su strada che in mtb, che sono servite sia a “scaldare i motori” che ad attizzare quello spirito di squadra che ha caratterizzato ogni iniziativa fucsia, dalla gara alla notturna di beneficienza a Moncuni©, dall’escursione alla “sgambatina”, senza dimenticare la soddisfazione di vedere uno dei nostri tra i primi delle classifiche assolute…vero Stefano?
Poi la Coppa Piemonte mtb, le gare in montagna, passando per gli XC, dove, tanto per non essere monotoni, alcuni di noi lasciavano decisamente il segno, qualcuno anche le ginocchia…vero Stefano?
E che dire delle notturne a coppie, delle gare in salita, degli XC organizzati dai “Tomaino brothers” (di cui si apprezza tantissimo la serietà, la simpatia, ma soprattutto l’organizzazione, davvero una spanna sopra la media…): anche qui il fucsia ha dominato, magari non sempre dal punto di vista del mero risultato (eccezion fatta per qualcuno…vero Stefano?), sicuramente sul podio del “ciadel” (e della sfiga, aggiungerei, riuscendo a Giaveno, dopo un roccambolesco pre gara, a frantumare letteralmente la guarnitura della mountain…).
E che dire di tutte le trovate grafiche, artistiche, multimediali del nostro “i-ASU”, sempre pronto, dall’alto del suo austero maniero a Moncuni©, a spendere tempo e fantasia per celebrare le vittorie (…vero Stefano?...) e le belle prestazioni (nel mio caso il termine “prestazione” quest’anno è più che appropriato, vero “dutur”?) dei vari cinghialotti divisi tra il fango e l’asfalto di tutta l’Italia del Centro Nord…(prima dell’avvento del Re delle sgambatine avrei detto Nord Ovest, ma con Renato & C. i confini si allargano…nota è ormai la pubblicità, ripresa da famose case automobilistiche “ITALIA, LAND OF SGAMBATINE”…)
Non parliamo poi di tutti coloro che, pur da credenti non (o poco) praticanti, sono pilastri fondamentali del gruppo…vero Stefano?(che stavolta non c’entra un razzo palazzo, ma ormai mi ero abituato e ci stava pure bene…), e qui è d'obbligo un'ovazione con lode per Paola, Andrea ed il loro staff...
Tornando alla nostra cronaca, ci siamo lasciati a Cogne, dopo la splendida trasferta valdostana; la settimana successiva grande prestazione a Claviere (nel mio caso sempre nell’accezione “estesa” del termine “prestazione”, vero “dutur”?) di tutti i partecipanti, sia alla gf che alla cicloturistica (che a mio parere era molto ciclo e poco turistica, visto che comprendeva la tecnica, se pur splendida, discesa finale su Claviere…). Se devo dire, però, l’immagine che ricordo e che mi fa ancora ridere dopo quasi due mesi, è il nostro maldestro tentativo di imitare i Beatles (idea del presy) nella copertina di “Abbey Road” trasformatosi nella locandina de “il risveglio dei morti viventi”, come giustamente rilevato dal nostro PRO Maurizio, che da ora in poi chiameremo PROizio….(che non è un lontano “apple parente” di Pavia… vedi pillole precedenti).
Ultime cartucce sparate tra Condove e Lessona - gara che ha visto il gradito ritorno alle competizioni di Francesco (dalla cui sella, nelle giornate nebbiose, non si vede il terreno…) e al sorriso per il PROIzio, perso dopo la trasferta negli States - e Albenga (bella gf su strada, dove tutti in griglia hanno scoperto che ero un biker infiltrato, forse dal fango che ho dimenticato di levare dalla bici da strada – non chiedetemi come mai fosse presente, secondo me è stato qualcuno che mentre mi montava un nastro nuovo in negozio, mi ha applicato anche un 2 etti di pauta, tanto per la compagnia…vero Stefano?...- ), senza dimenticare i giri dei week end su strada con i cinghiali passistoni e le imprese epiche, (e solitarie, nonostante numerosi richiami…) di “Moncuni© i-King”, ma soprattutto senza dimenticare un ritorno alla vittoria…vero Stefano (…questa volta ci stava…), col mono (non corona, ma ginocchio…) nella cronoscalata di casa e il bel risultato di Massimo nell’Enduro ad Avigliana (ho apprezzato molto il suo racconto di un altro concorrente che a suo dire avrebbe percorso un tratto in discesa “come non ci fosse un domani”, espressione di cui mi sono appropriato e che sfodero volentieri nelle situazioni più diverse...).
Arriviamo quindi allo scorso fine settimana, dove a Piossasco era in calendario l’ultima prova del campionato XC Piemonte e, in concomitanza, a Roma, l’omonima gran fondo su strada (per dovere di cronaca segnalo che Renato, come riscaldamento, ha compiuto 5 giri completi del GRA…), dove i nostri 3 eroi (Agueli junior e Giuseppe Gianotti oltre a big-Renato) hanno conseguito ottimi risultati.
Nella più vicina Piossasco, invece, passerella (ma solo sulla carta, visti gli avversarsi ed il percorso, tanto bello quanto scivoloso) per il nostro presidente, coccolato per un giorno dalla first lady, da mamma e papà, dai suoi piccoli allievi bikers, dagli avversari e da noi tutti al gran completo – malattie permettendo - (in realtà sapevamo dell’investimento in prosecco e salami stanziato dal Napolitano de’ noi altri - sui social se ne parlava da giorni - ).
Dopo il rinfresco presidenziale, la comitiva fucsia si è spostata al pasta party presso la pro loco, sede delle premiazioni del circuito, dove per una strana magia o per un bizzarro allineamento astrale (più facilmente per gli effetti del prosecco…e del panettone intempestivamente offerto come dolce…) si è verificato un salto temporale e ci siamo ritrovati nel futuro, al 25 di dicembre, tra brindisi e tombole, cappone ed auguri per il prossimo onomastico di qualcuno (…vero Stefano?) che senza cuore aveva abbandonato la sua dolce metà per una garetta tra pochi amici in Francia (ma poi perché farla proprio il giorno di Natale???).
In questo clima festoso anzi tempo il nostro Roberto ha raccolto il meritato premio per le fatiche ed i sacrifici di questo forse fin troppo lungo campionato, contornato ed applaudito da parenti e amici, oltre che dagli avversari, come nelle storie perfette.
Abbandonata l’anomalia temporale tutti a casa, ormai è tempo di riposare, ricaricare le batterie, magari pensare a nuove gare, nuove bici e…nuove ginocchia (vero Stefano?....), nuove pillole…
Ma restano le grandi domande della vita…perché pagare per un conto corrente…no, scusate, mi sono fatto prendere dalla pubblicità… le grandi domande sono altre: in pochi anni abbiamo ingrossato le ruote, ingrassato le gomme, tolto le camere, inserito il lattice, prima dimezzato e poi girato le forcelle, bloccandole e sbloccandole più o meno “terralogicamente”, aumentato e poi diminuito il numero delle corone anteriori ed aumentato quello delle posteriori, e quant’altro, cosa dovremo ancora vedere nel prossimo futuro? Forse l’importante resta pedalare in questo magnifico gruppo, fosse anche solo in graziella, come se – appunto – non ci fosse un domani… (grazie Massimo…)
Poi la Coppa Piemonte mtb, le gare in montagna, passando per gli XC, dove, tanto per non essere monotoni, alcuni di noi lasciavano decisamente il segno, qualcuno anche le ginocchia…vero Stefano?
E che dire delle notturne a coppie, delle gare in salita, degli XC organizzati dai “Tomaino brothers” (di cui si apprezza tantissimo la serietà, la simpatia, ma soprattutto l’organizzazione, davvero una spanna sopra la media…): anche qui il fucsia ha dominato, magari non sempre dal punto di vista del mero risultato (eccezion fatta per qualcuno…vero Stefano?), sicuramente sul podio del “ciadel” (e della sfiga, aggiungerei, riuscendo a Giaveno, dopo un roccambolesco pre gara, a frantumare letteralmente la guarnitura della mountain…).
E che dire di tutte le trovate grafiche, artistiche, multimediali del nostro “i-ASU”, sempre pronto, dall’alto del suo austero maniero a Moncuni©, a spendere tempo e fantasia per celebrare le vittorie (…vero Stefano?...) e le belle prestazioni (nel mio caso il termine “prestazione” quest’anno è più che appropriato, vero “dutur”?) dei vari cinghialotti divisi tra il fango e l’asfalto di tutta l’Italia del Centro Nord…(prima dell’avvento del Re delle sgambatine avrei detto Nord Ovest, ma con Renato & C. i confini si allargano…nota è ormai la pubblicità, ripresa da famose case automobilistiche “ITALIA, LAND OF SGAMBATINE”…)
Non parliamo poi di tutti coloro che, pur da credenti non (o poco) praticanti, sono pilastri fondamentali del gruppo…vero Stefano?(che stavolta non c’entra un razzo palazzo, ma ormai mi ero abituato e ci stava pure bene…), e qui è d'obbligo un'ovazione con lode per Paola, Andrea ed il loro staff...
Tornando alla nostra cronaca, ci siamo lasciati a Cogne, dopo la splendida trasferta valdostana; la settimana successiva grande prestazione a Claviere (nel mio caso sempre nell’accezione “estesa” del termine “prestazione”, vero “dutur”?) di tutti i partecipanti, sia alla gf che alla cicloturistica (che a mio parere era molto ciclo e poco turistica, visto che comprendeva la tecnica, se pur splendida, discesa finale su Claviere…). Se devo dire, però, l’immagine che ricordo e che mi fa ancora ridere dopo quasi due mesi, è il nostro maldestro tentativo di imitare i Beatles (idea del presy) nella copertina di “Abbey Road” trasformatosi nella locandina de “il risveglio dei morti viventi”, come giustamente rilevato dal nostro PRO Maurizio, che da ora in poi chiameremo PROizio….(che non è un lontano “apple parente” di Pavia… vedi pillole precedenti).
Ultime cartucce sparate tra Condove e Lessona - gara che ha visto il gradito ritorno alle competizioni di Francesco (dalla cui sella, nelle giornate nebbiose, non si vede il terreno…) e al sorriso per il PROIzio, perso dopo la trasferta negli States - e Albenga (bella gf su strada, dove tutti in griglia hanno scoperto che ero un biker infiltrato, forse dal fango che ho dimenticato di levare dalla bici da strada – non chiedetemi come mai fosse presente, secondo me è stato qualcuno che mentre mi montava un nastro nuovo in negozio, mi ha applicato anche un 2 etti di pauta, tanto per la compagnia…vero Stefano?...- ), senza dimenticare i giri dei week end su strada con i cinghiali passistoni e le imprese epiche, (e solitarie, nonostante numerosi richiami…) di “Moncuni© i-King”, ma soprattutto senza dimenticare un ritorno alla vittoria…vero Stefano (…questa volta ci stava…), col mono (non corona, ma ginocchio…) nella cronoscalata di casa e il bel risultato di Massimo nell’Enduro ad Avigliana (ho apprezzato molto il suo racconto di un altro concorrente che a suo dire avrebbe percorso un tratto in discesa “come non ci fosse un domani”, espressione di cui mi sono appropriato e che sfodero volentieri nelle situazioni più diverse...).
Arriviamo quindi allo scorso fine settimana, dove a Piossasco era in calendario l’ultima prova del campionato XC Piemonte e, in concomitanza, a Roma, l’omonima gran fondo su strada (per dovere di cronaca segnalo che Renato, come riscaldamento, ha compiuto 5 giri completi del GRA…), dove i nostri 3 eroi (Agueli junior e Giuseppe Gianotti oltre a big-Renato) hanno conseguito ottimi risultati.
Nella più vicina Piossasco, invece, passerella (ma solo sulla carta, visti gli avversarsi ed il percorso, tanto bello quanto scivoloso) per il nostro presidente, coccolato per un giorno dalla first lady, da mamma e papà, dai suoi piccoli allievi bikers, dagli avversari e da noi tutti al gran completo – malattie permettendo - (in realtà sapevamo dell’investimento in prosecco e salami stanziato dal Napolitano de’ noi altri - sui social se ne parlava da giorni - ).
Dopo il rinfresco presidenziale, la comitiva fucsia si è spostata al pasta party presso la pro loco, sede delle premiazioni del circuito, dove per una strana magia o per un bizzarro allineamento astrale (più facilmente per gli effetti del prosecco…e del panettone intempestivamente offerto come dolce…) si è verificato un salto temporale e ci siamo ritrovati nel futuro, al 25 di dicembre, tra brindisi e tombole, cappone ed auguri per il prossimo onomastico di qualcuno (…vero Stefano?) che senza cuore aveva abbandonato la sua dolce metà per una garetta tra pochi amici in Francia (ma poi perché farla proprio il giorno di Natale???).
In questo clima festoso anzi tempo il nostro Roberto ha raccolto il meritato premio per le fatiche ed i sacrifici di questo forse fin troppo lungo campionato, contornato ed applaudito da parenti e amici, oltre che dagli avversari, come nelle storie perfette.
Abbandonata l’anomalia temporale tutti a casa, ormai è tempo di riposare, ricaricare le batterie, magari pensare a nuove gare, nuove bici e…nuove ginocchia (vero Stefano?....), nuove pillole…
Ma restano le grandi domande della vita…perché pagare per un conto corrente…no, scusate, mi sono fatto prendere dalla pubblicità… le grandi domande sono altre: in pochi anni abbiamo ingrossato le ruote, ingrassato le gomme, tolto le camere, inserito il lattice, prima dimezzato e poi girato le forcelle, bloccandole e sbloccandole più o meno “terralogicamente”, aumentato e poi diminuito il numero delle corone anteriori ed aumentato quello delle posteriori, e quant’altro, cosa dovremo ancora vedere nel prossimo futuro? Forse l’importante resta pedalare in questo magnifico gruppo, fosse anche solo in graziella, come se – appunto – non ci fosse un domani… (grazie Massimo…)
PILLOLE DAL (GRAN) PARADISO
31 AGOSTO 2014
...no, non sono ancora passato a miglior vita (…e sulla destinazione finale poi ci sarebbe pure da discutere...), intendo proprio quel di Cogne, location fantastica per una gara di mountain bike.
Non avevo mai partecipato a questo evento, anche perché la collocazione nel calendario mtb, prima del 2013, non era molto felice, mi pare fosse a maggio, periodo in cui non era raro veder la gara stravolta o rinviata per la neve; la data attuale la rende un’ottima alternativa per riavvicinarsi alle competizioni dopo la pausa estiva (anzi, dopo la pausa e basta, di estivo c’è stato ben poco…) e prima della più impegnativa e carismatica “Clavierissima” di domenica prossima. Dicevo della location, un incredibile colpo d’occhio sul Gran Paradiso e crocevia di splendide vallate nelle quali si snoda il percorso, costituito da single trak nelle pinete, scorrevoli strade bianche e discese velocissime alternate a strappi impietosi, tra cascate vertiginose e chiarissimi specchi d’acqua (…che quadretto bucolico, manca solo Pietro Hi Energy Vicinanza che suona la cetra…). In definitiva, e mi rivolgo ai colleghi bikers (anche se non vedrei affatto male la partecipazione di qualche cinghialone stradista), direi che è un’esperienza assolutamente da rifare, magari in gruppo e magari allungando un po’ il soggiorno (2/3 giorni). Ma torniamo alla nuda cronaca. Come spesso mi accade ultimamente (…che siano le primavere???), mi sono reso conto che, nella ricognizione di qualche settimana or sono, ho provato tutta un’altra gara, anche perché, a parte una signora gentile dell’Ente del Turismo che mi ha spiegato a voce 45 km di strada (con il risultato che dopo il primo bivio mi ero perso), nessuno in quell’occasione mi ha dato delle dritte (…chiaramente niente cartine): un tipo mi ha addirittura chiesto se era la gara con le ciaspole, a cui ovviamente ho risposto affermativamente, rimandandolo allo zio di Pavia per i dettagli. Sul percorso poi ho incontrato diversi bikers, alcuni abituali frequentatori della coppa Piemonte, ma, incredibile a dirsi, nessuno era lì per provare la gara, tutti erano in vacanza ed facevano solo un giretto (e ovviamente non conoscevano il tracciato): mi mancava solo più di incontrare Renato Agueli in piena “sgambatina” (in effetti i 150 km circa da casa collocavano la zona tra le mete possibili per lui…). Altra nota rilevante è stata la cena pre gara. Nonostante i vertici societari (leggasi president e vice) avevano già provveduto ad inizio stagione a demolire la mia già traballante fede nell’alimentazione degli sportivi (…non dimenticherò mai il mio senso di smarrimento e disperazione nella gastronomia/macelleria/enoteca di Alassio saccheggiata dai due loschi figuri appena citati in occasione della GF su strada…), mi sono imbattuto nella padrona di hotel più nazista della Valle. Dopo la pasta, i pomodori, la “carbonada” (carne di vitello a bocconcini prima salata e poi cucinata con vari aromi e spruzzata di birra) con relativo bis (ovviamente imposto…) e piselli, ho avuto la sfrontatezza di rifiutare (per altro molto educatamente) la polenta concia, che mi sembrava davvero troppo. Dopo 7 secondi netti dal mio diniego la signora si è presentata al tavolo con la teglia chiedendomi (passando al “tu”) spiegazioni in merito (che comunque non si sarebbe sognata nemmeno lontanamente di ascoltare), e così mi son trovato una mestolata del dietetico composto del valore di circa 3400 Kcal! Si è giustificata affermando che anche suo figlio avrebbe corso l’indomani (…ho poi capito perché in questi giorni l’ho sempre e solo visto in sella ad una Subaru Impreza STI…). Ma, come nella gara di Alassio, la cena non ha avuto ricadute importanti sulle prestazioni, facendomi sempre più apprezzare la felicità dei non proprio magri rispetto alla tristezza dei veri magri! Anzi no, qualche effetto nel sonno l’ha causato: una volta mi son svegliato chiedendomi cosa c’entra Danilo con i cavalli tedeschi (mi riferisco a FB), un’altra con lo stesso dubbio in merito alla correlazione tra Maurizio ed il Fernet Branca (sempre FB), una terza chiedendomi come fosse possibile che Sergio, nello stesso giorno, compisse 33 e 34 anni contemporaneamente (ancora FB), ma quello che mi ha fatto davvero sobbalzare è stato il sogno che mi vedeva aggredito da un’orda di Ganodermi con Lucia in testa…mannaggia alla polenta!!! |
PILLOLE DA BRICHERASIO
21 LUGLIO 2014
pillole (amare) da Bricherasio: oggi GF "La Comba Oscura", dopo l'edizione epica 2013 il cambio di data in calendario, la scelta di un mese notoriamente poco piovoso e le aderenze politico-religiose dell'organizzazione hanno fatto sì che... non cambiasse nulla o quasi dallo scorso anno... Pioggia alla partenza, a tratti durante la gara, un'umidità da foresta tropicale, ma tutto sommato poteva andar peggio.
Infatti è andata peggio, ma non per il meteo: ore 10 pronti via, il president come sempre "pansa a tera" inizia la sua consueta lotta con il cronometro, ma alla prima discesa, complice un diverbio con un masso che non voleva saperne di spostarsi (infischiandosene del carisma del nostro eroe), buca (o meglio piega un cerchio) e si trova con gomma e morale a terra. Gli altri 3 moschettieri fucsia intanto passano, Roby ritrova pressione (alla gomma) e morale e riparte (sempre "pansa a tera") e con pochi colpi di pedale recupera sul cronista (che, non avendolo visto fermo, pensava fosse già al secondo giro, sulla scia della moda introdotta da Porro - al posto del pasta party altro giro del percorso...-). Scambio di battute di rito e "pansa a tera" il nostro super eroe (altro che quelli incontrati da Renato & C. sull'Izoard....) sparisce nuovamente.
Qualche chilometro e, al posto dell'abituale Madonna del biker che compare una o più volte durante le competizioni, al nostro cronista si materializza nuovamente (...che palle!!!) l'inconfondibile sagoma del President, chino disperato sulla ruota posteriore: dopo aver pensato: a) faccio finta di essere al telefono, b) simulo una discussione con un concorrente immaginario, c) saluto lo zio di Pavia (ved. cronaca dell'Assietta), il mio spiccato senso del dovere e della gerarchia (...e la paura di tornare in treno da Bricherasio...) mi impone di fermarmi e di chiedere (ovviamente era così per dire) se aveva bisogno di qualcosa.
Tra i vari nomi di santi usciti dalla regale boccuccia, decodifico che gli avrebbe fatto piacere avere una camera d'aria, ed allora, con un ghigno alla Fred Buscaglione mi lascio scappare "certo, prendi la mia, tanto io non buco mai...".
Così, dopo un veloce pit stop, me ne vado contento come un boy scout, fantasticando, vista la buona azione, di essermi assicurato una 29' top di gamma abbinata ad un frigorifero offerti dalla ditta Vacchina.
E qui la tragedia: in un tornante in salita, nonostante la ridotta velocità, offro ai 2 spettatori un controsterzo degno di una Subaru wrc su di un fondo innevato, e mi ritrovo fermo con la gomma completamente a terra ed uno dei 2 spettatori (il bambino più grasso del mondo che rigorosamente in piemontese mi faceva notare che la gomma "a l'era mola"), mentre l'altro (il volontario più grasso del mondo) continuava a chiedermi se avevo una camera....
Il seguito è facilmente immaginabile, sosta forzata ad un ristoro e attesa di un passaggio per Bricherasio.
Anche Mauro, comunque, non è rimasto con le mani in mano: non conoscendo la morfologia del territorio ha pensato bene di ispezionare da vicino, molto vicino, il terreno, provandone la consistenza con numerose parti del corpo, ma nonostante il manubrio "alle 23" e un costato che ricordava la passione di nostro Signore, portava a termine brillantemente la gara.
Di Mauri, invece, poco da dire: dopo esser finalmente riuscito a far fuori, con mezzi ovviamente illeciti, il compagno-avversario di categoria (si parla di Elite, ovviamente), il nostro Stefano, non trovando stimoli si è accontentato di una gara senza inconvenienti, ignorando le provocazioni di Porro (il vincitore n.d.r.) che voleva ingaggiare con lui una gara nella gara, portando a termine la prova anche lui brillantemente.
Comunque qualcosa di positivo c'è stato: al ritorno a Torino Roby ed io (sempre "pansa a tera") siamo riusciti a non bucare nemmeno una volta gli pneumatici della vettura presidenziale!!!
alla prossima....
Infatti è andata peggio, ma non per il meteo: ore 10 pronti via, il president come sempre "pansa a tera" inizia la sua consueta lotta con il cronometro, ma alla prima discesa, complice un diverbio con un masso che non voleva saperne di spostarsi (infischiandosene del carisma del nostro eroe), buca (o meglio piega un cerchio) e si trova con gomma e morale a terra. Gli altri 3 moschettieri fucsia intanto passano, Roby ritrova pressione (alla gomma) e morale e riparte (sempre "pansa a tera") e con pochi colpi di pedale recupera sul cronista (che, non avendolo visto fermo, pensava fosse già al secondo giro, sulla scia della moda introdotta da Porro - al posto del pasta party altro giro del percorso...-). Scambio di battute di rito e "pansa a tera" il nostro super eroe (altro che quelli incontrati da Renato & C. sull'Izoard....) sparisce nuovamente.
Qualche chilometro e, al posto dell'abituale Madonna del biker che compare una o più volte durante le competizioni, al nostro cronista si materializza nuovamente (...che palle!!!) l'inconfondibile sagoma del President, chino disperato sulla ruota posteriore: dopo aver pensato: a) faccio finta di essere al telefono, b) simulo una discussione con un concorrente immaginario, c) saluto lo zio di Pavia (ved. cronaca dell'Assietta), il mio spiccato senso del dovere e della gerarchia (...e la paura di tornare in treno da Bricherasio...) mi impone di fermarmi e di chiedere (ovviamente era così per dire) se aveva bisogno di qualcosa.
Tra i vari nomi di santi usciti dalla regale boccuccia, decodifico che gli avrebbe fatto piacere avere una camera d'aria, ed allora, con un ghigno alla Fred Buscaglione mi lascio scappare "certo, prendi la mia, tanto io non buco mai...".
Così, dopo un veloce pit stop, me ne vado contento come un boy scout, fantasticando, vista la buona azione, di essermi assicurato una 29' top di gamma abbinata ad un frigorifero offerti dalla ditta Vacchina.
E qui la tragedia: in un tornante in salita, nonostante la ridotta velocità, offro ai 2 spettatori un controsterzo degno di una Subaru wrc su di un fondo innevato, e mi ritrovo fermo con la gomma completamente a terra ed uno dei 2 spettatori (il bambino più grasso del mondo che rigorosamente in piemontese mi faceva notare che la gomma "a l'era mola"), mentre l'altro (il volontario più grasso del mondo) continuava a chiedermi se avevo una camera....
Il seguito è facilmente immaginabile, sosta forzata ad un ristoro e attesa di un passaggio per Bricherasio.
Anche Mauro, comunque, non è rimasto con le mani in mano: non conoscendo la morfologia del territorio ha pensato bene di ispezionare da vicino, molto vicino, il terreno, provandone la consistenza con numerose parti del corpo, ma nonostante il manubrio "alle 23" e un costato che ricordava la passione di nostro Signore, portava a termine brillantemente la gara.
Di Mauri, invece, poco da dire: dopo esser finalmente riuscito a far fuori, con mezzi ovviamente illeciti, il compagno-avversario di categoria (si parla di Elite, ovviamente), il nostro Stefano, non trovando stimoli si è accontentato di una gara senza inconvenienti, ignorando le provocazioni di Porro (il vincitore n.d.r.) che voleva ingaggiare con lui una gara nella gara, portando a termine la prova anche lui brillantemente.
Comunque qualcosa di positivo c'è stato: al ritorno a Torino Roby ed io (sempre "pansa a tera") siamo riusciti a non bucare nemmeno una volta gli pneumatici della vettura presidenziale!!!
alla prossima....
PILLOLE DA... REANO.
13 luglio 2014
Oggi a Reano si è svolto il 1° Fast YoYogurt, che ha visto impegnati, sia come organizzatori che in veste di atleti, molti iscritti al team dei cinghiali fucsia. L'esito è da qualche tempo ormai quasi scontato, la vittoria è andata a Stefano Comollo che ha superato i 6 bicchieri di yogurt (quelli dichiarati...), seguito a ruota dal nostro president Roberto Vacchina, che pur essendo stato inizialmente trattenuto dai consueti quanto necessari rapporti istituzionali, ha recuperato sul filo di lana e, con un rush finale incredibile (dove non cedeva nemmeno agli ammiccamenti del nostro panettiere che lo tentava a suon di bignole allo zabajone...) si assestava al secondo posto. Ma la vera notizia è la prestazione super di 2 outsiders,Sergio Coraglia (notare il nuovo sponsor tecnico sulla divisa....) che si è cimentato anche nella specialità "mista" (yogurt e barbera) e Renato Agueli, che da ottimo passista quale è, ha frantumato la concorrenza nel finale, con il suo ritmo non velocissimo ma costante ed implacabile.
Un po' al di sotto delle aspettative il vice president Danilo Montrucchio, che ha lamentato per tutta la gara problemi al...posteriore, e Maurizio Giuliano, reduce dal consueto raffreddore inventato del ciclista (...qualcun'altro ne ha sofferto all'Assietta....). Momenti di tensione prima delle classifiche, i Tomaino hanno avuto difficoltà a conteggiare i bicchieri di yogurt con o senza granella, ma alla fine non ci sono stati ricorsi. Grande battaglia anche fra i direttori sportivi; Paola Baldi, Lucia Bonato,Nadia Goffi e Marina Lucco Borlera si sgolavano dall'ammiraglia scandendo il ritmo ai concorrenti e imponendo bicchieri di yogurt a anche a decine di metri di distanza. A margine dell'evento clou della giornata, ricordiamo il Fast Anguria e il Fast insalata di riso, coordinate da altre cinghialesse fucsia e dal nostro Pietro "Hi-Energy". Insomma, sicuramente una bella giornata, che ha messo alla prova gli apparati digerenti (...e oltre) di tutti i concorrenti, e che (come sempre) si è potuta realizzare soltanto grazie alla disponibilità di tanti (non li ricordiamo, tanto sono sempre loro!!!!). Per il prossimo anno, passando fra i concorrenti, è venuta fuori una proposta intrigante, condivisa dai più: perché nella stessa location non organizziamo una gara di cross country??? alla prossima.... |